Prima analisi dell’impatto dell’epidemia nel settore dei servizi ai consumatori a Lugano, uno dei più colpiti dal lockdown. Si stima che a Lugano circa 1’700 negozi e ristoranti abbiano dovuto chiudere e che queste chiusure abbiano interessato direttamente circa 6’800 collaboratori.
Nel solo settore svizzero della vendita al dettaglio, a causa del regolamento COVID-19, sono stati chiusi ben 28.000 punti vendita. Circa 150.000 dipendenti sono stati direttamente colpiti. Per la stragrande maggioranza dei negozi, il blocco ha richiesto 46 giorni di vendita, che corrispondono a circa il 15% dei tempi di apertura nel 2020. Non è inoltre sicuro di quanto rapidamente l’umore dei consumatori si riprenderà dopo il blocco.
A causa dell’aumento del lavoro da casa, durante il lockdown i consumatori hanno mutato il loro comportamento, spostandosi sempre più dai centri verso gli agglomerati urbani, le zone rurali e verso internet. Al momento non è possibile quantificare con precisione la perdita finanziaria a Lugano. Le stime attuali mostrano che le vendite al dettaglio nel mese di aprile sono diminuite della metà rispetto al 2019, nonostante la vendita al dettaglio di prodotti alimentari sia riuscita ad aumentare rispetto all’anno precedente a seguito della chiusura di ristoranti e frontiere. Queste stime sono frutto del modello economico BAK per il commercio al dettaglio.
Un’ulteriore indicazione sull’entità del danno economico è fornita dalla massa salariale che le imprese hanno generato in un “mese normale” (prima della pandemia), che si stima si situi a circa 25 milioni di Franchi. Sebbene i salari siano in gran parte coperti dalle indennità per il lavoro a tempo ridotto, ciò non vale per i rimanenti costi operativi.
In generale, la realtà urbana è più colpita del resto del Paese; la macroregione di Lugano è fra le più colpite del resto: questi sono i principali risultati di quest’analisi. Anche dopo la fine del lockdown, molte attività urbane del settore dei servizi ai consumatori si stanno riprendendo con esitazione. I consumatori sono ancora insicuri a causa della pandemia e delle sue conseguenze economiche. I sondaggi mostrano che all’inizio di giugno le vendite di ristoranti e alberghi in Ticino sono ancora ben al di sotto del livello abituale.